27.2.12

Che il tuo "no", sia "no!".


Bando alle ciance e alle stroncature a priori. Non storcete il naso, non ce n'è motivo!
E posso dirlo in quanto sono stata io la prima a farlo...a torto!
Com'è che ho potuto gustare questo piatto? Facilissimo e molto divertente da raccontare. Ho accettato di assaggiarlo dicendo, in maniera molto educata... "no grazie"...a chi tentava di farmelo provare.
" Che significa?", vi chiederete;
" E' impazzita!", continuerete;
" Tanto vale andarsene a scorrazzare in un altro blog!", penserete.
Ma no, ma no, lasciate fare...
Premetto che mi trovavo in Polonia (chi mi segue avrà capito da tempo che provo un certo debole per quel bel paese...). Il punto è che in Polonia, quando ad una qualsiasi domanda tu rispondi..."no!"...è come se dicessi..."sì!".
No, aspettate; placate le ire del vostro mouse, non ve ne andate!
Dico davvero! Ciò che per la Martina italiana, al momento in cui dice..."no!"...assume il significato di negazione, diniego, smentita, rifiuto...per la Martina polacca assume il significato di affermazione, asserzione, concessione, conferma.
Vi lascio immaginare la serie di inconvenienti nei quali mi sono imbattuta!

" Martina, gradisci un altro quarto di bue con contorno di "pianta di broccolo" intera annegata in un "litrozzo" di salsa all'aglio? Vorresti un'altra dozzina di uova e maionese? Ti vanno quei tre quarti di torta alla vodka che è avanzata dall'altro ieri?".

" No, grazie!", rispondo io ingenuamente.

Ed ecco un esercito di commensali che si improvvisano camerieri solo per me, la Martina polacca! Sgrano gli occhi di fronte al mio piatto di nuovo stracolmo...vorrei rifiutare (con garbo), vorrei fargli capire che...davvero...non posso...
Ma ormai è troppo tardi... 

Una delle più famose zuppe polacche (più precisamente la zupa pomidorowa) italianizzata. Facile e veloce.
Nella ricetta originale viene usato il concentrato di pomodoro con lo zucchero, panna acida e altre spezie che la rendono super in Polonia e vagamente simile in Italia.

Zuppa al pomodoro





Ingredienti:
brodo di carne ( fatto con 1/2 kg di carne di pollo preferibilmente)
250 g di passata di pomodoro 
150 g di pastina all'uovo
sale e aneto
panna acida


Fate il brodo di carne, seguendo la vostra ricetta classica. Una volta pronto, filtratelo e aggiungete la passata di pomodoro (se di pomodori freschi ancora meglio!) salate, aggiungete l'aneto e mettete a cuocere per 10-15 minuti a fuoco medio.
Intanto a parte cuocete la pastina, scolatela e aggiungetela alla zuppa.
Servite calda la panna acida, che si scioglierà creando un color arancione.
Abbondate, non ve ne pentirete :)




Vi ricordo che mercoledì conoscerete il vincitore del Guest Blog di Marzo!



23.2.12

Udite,udite...

Ebbene sì; Lei, proprio LEI, la mammina...mi chiede di prepararle uno spuntino sfizioso per la merendina delle cinque. 
Dopo il legittimo stupore ( un momento di estasi gratificante e vagamente ostentato...) le chiedo ( in maniera molto evasiva, per non rischiare di rovinare il momento...) che cosa gradirebbe.
Mi si acciglia come un porcospino ( perché è risaputo che i porcospini si accigliano sistematicamente...) e si mette a riflettere  poggiando due dita della destra sotto al mento ( mi ricorda vagamente un antico pensatore alla ricerca delle sue risposte...).
" Vorrei qualcosa di....".
" Dolce?", la interrompo io.
" No...( sguardo truce! Devo aver interrotto una feconda gestazione mentale!)...qualcosa tipo...dolce/salato", dice.
" Ah..."
" Ma non tanto tanto dolce...".
" Ovvio!".
" Ma nemmeno troppo troppo salato...".
" Certamente...".
" Una cosa tipo...hai presente quei biscotti che cucinano in quel paese strano, dove ci sono quelle donne strane che mettono certe cose dentro una specie di recipiente mezzo scassato con un pò d'acqua sopra i carboni ardenti...poi aggiungono un pò di quella sostanza, mischiano qualche minuto, fanno cuocere un altro pò...e dopo servono a tavola?

Ovviamente annuisco. 
Come non aver presente quei biscotti!!! 
Certo...ho già reso nota la mia simpatia per l'alchimia, ma non pensavo che anche la mia mammina...vabbè...
In ogni caso...mi ha salvato Loredana con i suoi bellissimi alfajores ripieni di red current! 
La ricetta originale prevede il curd al ribes...ma io questo splendido frutto rosso proprio non l'ho trovato!!

Alfajores de maceina al rosmarino




Ingredienti:


50g di zucchero
130g di burro morbido
3 tuorli (75 g)
180 g di maizena
120 g di farina 00
1 cucchiaino di lievito per dolci
½ cucchiaino di bicarbonato e un pizzico di sale
½  cucchiaio di aghi di rosmarino essiccati





Lavorare il burro a crema con lo zucchero e il sale, aggiungere i tuorli e mescolare bene fino ad ottenere un composto omogeneo, unire la farina setacciata con la maizena e i lieviti ed amalgamare il più velocemente possibile (se usate la planetaria o il robot fermatevi non appena si formerà una palla di impasto); avvolgere con la pellicola e lasciare in frigo per 2 o 3 ore.
Questa che segue è stata la parte più complicata, l'impasto freddissimo non ne voleva sapere di stendersi, si sbriciolava ed è stato difficile lavorarlo, ho fatto piccoli quantitativi alla volta e alla fine sono riuscita ad avere una sfoglia di circa  5 mm e, con l’aiuto di uno stampino di 4-5 cm di diametro, ho ricavato i biscotti e gli ho disposti su una o più teglie rivestite di carta forno .

Rimettere in frigo per almeno 30 minuti. 

Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 10 minuti, sfornare al primo accenno di doratura e lasciar raffreddare completamente su una griglia.




Partecipo quindi anche questo mese al The recipe-tionist !

Buon pomeriggio e alla prossima ricetta!

18.2.12

Tempo di chiacchiere


Com'è che accade? Ci penso un momento...
Ah, sì...ecco...
Quando ti affacci dalla finestra e i tuoi occhi immortalano un grazioso "quadretto" pittoresco e fiabesco composto da tanti bambini in costume che corrono a destra e a manca con la bocca che gli arriva agli zigomi per il gran ridere...allora capisci che è tempo di...chiacchiere.
Intendiamoci...Capitan Uncino e Joker che se la intendono allegramente tra loro, mentre Peter Pan e Batman si riscaldano al tiepido sole di fine febbraio...ti fa sempre un pochino temere per il destino del mondo...
Cenerentola che si atteggia con le sue nuove scarpe da ginnastica...ti fa un pochino storcere il naso...Cappuccetto Rosso che se la "scoatta" imbracciando l'artiglieria pesante...è un pò inquietante...( anche se...il cacciatore col cestino rosso...se non altro ti fa sorridere...).
In ogni caso, nonostante qualche "guazzabuglio" letterario ( o forse proprio per questo...), ancora una volta tu capisci che è tempo di...chiacchiere.

Lo diceva anche mia mamma quando la combinavo grossa...
"Martina, ci vuole una bella...chiacchierata...".

"Chiacchierata"...

Cosa dice a riguardo il vocabolario della lingua italiana?
CHIACCHIERATA: abbondante e goduriosa abbuffata a base di...




Ingredienti (per 2 vassoi):
250 g di farina 00 più quella per la lavorazione (io Molino chiavazza)
80g di zucchero semolato
2 uova
30 g di burro morbido
un pizzico di sale
2 cucchiai di grappa (io prodotta dallo zio)
2 cucchiaini di lievito per dolci vanigliato
1 l di olio di semi per friggere
zucchero a velo 



Impastate prima in una ciotola capiente e poi su una spianatoia la farina setacciata, il burro a cubetti, lo zucchero, il sale, la grappa, le uova e il lievito fino a quando l'impasto non risulterà omogeneo e ben lavorato.
Lasciate riposare un ora, in un luogo non ventilato e coperto con un canovaccio pulito.
Stendete un po' di farina sul piano di lavoro, tagliando l'impasto in piccole parti uguali (più comode per essere stese) stendete appunto l'impasto con la macchina della pasta oppure con un mattarello (io ho usato quest'ultimo della Tescoma).
L'impasto deve essere molto sottile, essendo molto elastico difficilmente vi si romperà quindi tirate tirate!. Formate dei rettangoli e praticate un taglio al centro.




Fate passare il lembo superiore all'interno del taglio e con delicatezza riposizionatelo nella parte superiore, creando così una treccia. Fate così fino alla fine di tutto l'impasto.
Riscaldate l'olio in una padella, mi raccomando l'olio non deve essere bollente.
Se non avete un termometro prendete un pezzo di impasto e immergetelo nell'olio caldo; se attorno all'impasto si creano delle piccole bolle vuol dire che l'olio è arrivato alla temperatura ideale.
Quindi , a questo punto, unite le altre frappe ( o chiacchiere, che a dir si voglia), tenendo sempre la fiamma moderata, in modo da far si che le vostre frappe si doreranno lentamente senza bruciarsi. 
Aiutandovi con un mestolo posizionate le vostre frappe su una teglia rivestita di carta assorbente. 
Cospargete di zucchero a velo ancora calde e servite fredde.
Provatele!




Buon week end!






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15.2.12

Teatrino in cucina









PROLOGO (in cucina):

Mentre i chicchi di mais scoppiettano in padella e come per magia si tramutano in pop corn, penso:" chissà come ci starebbe sopra una bella colata di caramello...".

ATTO PRIMO
La cuoca (io) e l'irriverente (mammina)

...mentre gongolo con l'acquolina alla bocca, immobile su una mattonella, con un sopracciglio (uno solo) innalzato al cielo; la bocca spalancata e l'occhio vitreo...
MAMMINA: Oh Martina...perché vuoi tramutare in tormento codesta tua già insana passione culinaria! Come?! Non ti accorgi dell'acqua alla bocca, dell'occhio tuo iracondo e del sopracciglio scompigliato?
IO: Oh madre mia! Come una premonizione ebbi nella notte...
"qualcosa di nuovo s'ha da fare!", disse la voce.

ATTO SECONDO
 (...mentre rifletto sul da farsi...)

MAMMINA: Ma non ti accorgi, dunque, dei segnali di sventura? Il biondo mais si è tramutato in una scura deformità...e lì, nel pentolino...lo zucchero si è fatto come denso e appiccicaticcio...Cos'è dunque che sta accadendo?
IO: Oh mamma...il millenario sapere alchemico si è come per magia depositato in me. Ma non temere...le gioie del palato placheranno tutte le tue ansie...

ATTO TERZO
(...grazie a tutti, ma...)

A causa delle ingiustificate e spregiudicate critiche ricevute, l'autrice ha preso la sofferta decisione di non portare a compimento la sua opera teatrale. 
Risse di fans scatenati e imbestialiti hanno manifestato la loro indignazione con atti simbolici e pericolosi ( sciopero della fame, autofustigazione, crisi isteriche autoindotte ecc...). 
Solo per placare la loro frustrazione e mettere fine alla spiacevole bagarre, l'autrice ha comunque deciso di rendere manifesti i segreti intendimenti della sua voce interiore...
( e di scusarsi per la follia neppure troppo implicita in questo improbabile post...).

 Pop-corn Brownies 



Ingredienti
per i brownies:

230g di cioccolato fondente
90g di burro
150g di zucchero semolato
2 uova
35g di farina

per il pop-corn caramellati:
mais per pop-corn (due manciate)
sale
100 g di zucchero semolato
acqua

Accendete il forno a 180°.
Sciogliete il burro con il cioccolato spezzettato, mescolando fino al raggiungimento di una crema. Togliete quindi dal fuoco e aggiungere lo zucchero, un uovo alla volta mescolando velocemente con le fruste.
Continuare a mescolare fino alla consistenza di un impasto omogeneo.
Foderate una teglia con carta forno e versate l'impasto.
Cuoci in forno per circa 30 minuti. 


Intanto cuoci il mais per il pop-corn. Una volta cotti, salateli e lasciali raffreddare.
 Fate attenzione a non bruciarli. Una volta cotti, lasciateli raffreddare e tagliate i quadretti che lascerete nella teglia (distaccandoli un po' gli uni dagli altri) 
A questi aggiungete i pop-corn ricoprendo tutti i brownies in una maniera più possibile uniforme.

In un pentolino poi a fondo spesso, mettete lo zucchero e un cucchiaio di acqua e lasciate scioglierlo sul fuoco basso senza mescolare. Una volta che si forma il caramello spegnete il fuoco e aggiungete 2 cucchiai di acqua bollente. facendo molta attenzione agli schizzi, mescolando il tutto.
Stando sempre attenti a non bruciarvi e aiutandovi con un cucchiaio cospargete il caramello sopra i pop-corn.
Lasciate raffreddare.
L'idea di aggiungere i pop-corn è nata dall'aver visto molti tipi di caramello salati. 
E il connubio è a dir poco perfetto!! 



La morbidezza del brownie che si scioglie in bocca con la croccantezza del pop-corn salato legato dal caramello....mmmh...

Vi ho fatto venire l 'acquolina alla bocca anche a voi? :)


Alla prossima!








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12.2.12

lunga vita al brunch

Il programma giornaliero, stilato con cura maniacale da mio zio, prevede la visita guidata (da lui...) presso il meraviglioso Lago Smeraldo e il fantomatico “bosco degli alberi storti”, località turistiche della Polonia occidentale...(mica banale lo zio...)


Da uomo forgiato dal fuoco di mille battaglie qual è, lo zio non si tira indietro neppure di fronte agli scherzi di un tempo inclemente...oooops....dimenticavo la zia. 
O meglio, lo zio dimenticava che lì dove c’è la zia...c’è anche cibo, tanto cibo, c’è un brunch “ideale” pronto a materializzarsi su qualsiasi superficie che possa vagamente far le veci di un tavolino...
Scendiamo dalla macchina; lo zio apre il portabagagli dopo un sospiro che sembra un’agonia...Come dargli torto? Avete presente il classico ripostiglio nel quale si getta di tutto fino a renderlo saturo finché un bel giorno, andando a riaprirlo, tutto ti cade addosso quasi ci fosse il vendicativo omino dell’armadio che fa il tiro al bersaglio con la tua testa?
Esatto...aperto il portabagagli...momento di estasi collettiva; tutto sembra starsene al suo posto quasi si trattasse di mattoni incastonati per benino in un muro.
Ma, si sa come sono gli uomini (non tutti per carità...), perché mai cominciare a scaricare dall’alto quando si può sfilare dal mezzo il thermos col caffé? Via il thermos, via la ragion d’essere del muro di cibo.
“No problem!”. 
La zia prende in mano la situazione. 
“Il brunch ideale non muore mai!”.
Bene così; scatole e scatoline negli zaini e via verso la natura incontaminata (quanta poesia...).
“ Il lago smeraldo si chiama così perché...”
È lo zio che parla; lui sa tutto di tutto...ma a me non riesce proprio stare ad ascoltarlo; a me interessa guardare il lago, anzi , interessa quella ninfea lì giù...


Non sono un’esteta, quello che è bello lo guardo e basta, senza troppa “metafisica”...a meno che...
La zia ordina la siesta; caffè e dolce! 
Lo zio si perde elle sue intime riflessioni filosofiche, io mi perdo nella squisitezza di ciò che ho addentato. 
Un plum cake sofficissimo! Mmmmh...qualcosa non torna...mi ripropongo di scoprire il mistero!
Ma era solo un assaggio, e allora via verso la foresta; è lì che “ci daremo dentro”!
Ci addrentriamo in una misteriosa e fantastica foresta.


“Li vedi quegl’alberi? Quelli storti!”
“Certo zio...”
E via con la spiegazione dettagliata.
Alla fine restringo a tre le cause più probabili di quell’anomalia:
1)      Ragione fisiologica: “hanno bevuto troppa vodka!”;
2)      Ragione fisica: “ci fu un tempo in cui spiravano forti correnti da Nord!”;
3)      Ragione metafisica: “Zeus in persona li ha fulminati in un momento di tedio!”.

Lascio a voi la scelta; a me piace pensare che non ci sia nessun motivo; sono così e basta...alla zia piace pensare che siano nati apposta per venire incontro all’esigenza dei commensali di sedersi da qualche parte durante il pasto...
Alla fine accettiamo all’unanimità la “ ragione culinaria”. 

Ci sediamo su uno dei famosi tronchi obliqui; di fronte, un tavolino da pic nic...( anche la sua ragion d’essere rimane un mistero!).
Il brunch? Un’affare da intenditori. 
"Che si aprano gli incartamenti!!" 
Piatti, piattini, bicchieri, bicchierini, forchette, cucchiai, coltelli, fazzoletti,recipienti in plastica, recipienti in acciaio, recipienti in vetro, recipienti di un materiale mai conosciuto fino ad ora...c’è di tutto, anche lo sguardo famelico dell’affamato. Pane, prosciutto cotto, cetrioli, pomodori con la cipolla, formaggio e burro (per gradire!), polpettine (per riempire), salsa d’aglio, alle erbe e al pomodoro ( per...”aromatizzare”...), insalata di rape (per spezzare...), uova sode e crude, un goccino di tè caldo per mandare giù. 
E ancora: dolce di cioccolata, yogurt con frutta fresca, budino alla crema, dolce di cioccolato e quel plum cake sofficissimo  (di cui svelerò a breve il mistero), il tutto coadiuvato da una tazzona di caffè...
Che dire di più? Il brunch non muore mai e io personalmente lo vorrei fare ogni giorno, ogni mattina avere la tavola apparecchiata con tutta questa meraviglia, perché diciamocelo la solita brioche noiosa mangiata un po' di fretta e quel cappuccino non gustato così come meriterebbe non possono essere paragonati a quella tavola.
Ma forse è anche giusto così, una volta ogni tanto, tutta la mattinata per gustarsi del buon cibo, in buona compagnia e magari anche in un bosco con gli alberi storti.

Siete curiosi di scoprire il segreto del babka z majonezem (il plum cake sofficissimo)? 
Si avete letto bene... e la traduzione di majonezem non è cioccolato ma è proprio maionese ;)


Babka z majonezem



Ingredienti:

4 uova grandi
3/4 di un bicchiere di maionese
1/2 bicchiere di farina 00
1/2 bicchiere di fecola di patate
1 bicchiere di zucchero
3/4 di cacao amaro (che io ho omesso)*
1/2 bustina di lievito per dolci alla vaniglia


* [se aggiungete il cacao ricordatevi di diminuire un po' la farina!]



Separate i tuorli dagli albumi che ci serviranno alla fine. Montate bene i tuorli con la maionese e aggiungere un po' alla volta lo zucchero (ma solo mezzo bicchiere), continuate a montare fino a che l'impasto non sarà bello chiaro. Aggiungete la farina, la fecola e il lievito setacciati. A parte montate le chiare e aggiungete lo zucchero rimasto, sempre poco alla volta. Unite così le chiare ben montate e neve all'impasto principale e mescolate delicatamente usando una spatola.

Foderate un classico stampo da plum cake con della carta forno e versate il composto.
Infornare a 175° per 45 minuti a forno già caldo e controllando alla fine la cottura con il metodo dello stuzzicandenti.
Una volta cotto toglietelo subito dal fuoco, in quanto è molto delicato e tenderà a sgonfiarsi.
Lasciate raffreddare per bene.


Il mio consiglio è quello di fare questo dolce la sera prima, magari appunto per la colazione. Ma una volta uscito dal forno, non riuscirete a resistere alla morbidezza di questo dolce ve lo assicuro! 
Buon inizio settimana!









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Partecipo al contest ideato da  DGMag.it (www.dgmag.it) e a Smartbox (www.smartbox.co.it)

9.2.12

Babele



Quando ci vuole, ci vuole! Ogni tanto un bel regalino per te stessa che ti facilita l'esistenza.
L'ho comprato in Polonia ( non che in Italia non si trovi...ma quando sei all'estero è tutto più bello!!!) in un supermercato; è stata un'occasione e, insieme, un'Odissea!!!!
Arrivo alla cassa con il misterioso "pacchetto" ( e il mio "lui" ovviamente...), paghiamo, usciamo e..." e ti pareva!!!". 
Parte l'allarme che sembra la sirena di Alcatraz che annuncia la fuga di qualche pluriomicida...tutti ci guardano ( a me , al pacchetto e al mio "lui").
Lo stringo forte (il pacchetto) e mostro i denti.
Si avvicina una montagna di muscoli che di polacco ha ben poco e ci fa segno di seguirlo. 
Stanzino tipo: " se non parli ti spacco le ossa"...la montagna guarda il pacchetto tra le mie braccia e io scuoto la testa in segno di sfida. 
A quel punto...inizio di una conversazione fatta di stenti e incomprensioni che in traduzione suonerebbe più o meno così...


MONTAGNA: "fatemi vedere gli zaini!"
IO: "quali ombrelli?"
IL MIO LUI: "sono le tre e un quarto!"
E' sì, la classica conversazione nella quale ogni partecipante parla di una cosa diversa credendo di capire e di essere compreso...
Comunque...risolviamo l'intrico internazionale e torniamo a casa dove ad attenderci c'è la nonna, la più brava del mondo ovviamente, la tipica nonna alla quale, per ragioni ignote, cade sempre tutto dalle mani...Vede il pacchetto che stringo tra le braccia e "mi" si incuriosisce.
Altra conversazione improbabile che in traduzione sarebbe...
NONNA: "Cos'è questo?"
IO: "Sì, le ho pulite le scarpe..."
IL MIO LUI: "Sono le quattro meno un quarto..."
Vaglielo a spiegare a "Babele"...cos'è uno "sparabiscotti...".



Biscotti  al cacao per l'ora del tè 




Ingredienti:

300 g di farina 00
180 g di burro

100 g di zucchero
1 uovo 
50 g di cacao amaro

un pizzico di sale

1 cucchiaino di lievito per dolci
due cucchiai di latte*
vanillina (io ho usato lo zucchero vanigliato)


*[io ho usato il latte condensato polacco, leggermente diverso dal nostro però, potete ometterlo aggiungendo 50 g in più di zucchero e 50 g in meno di farina]

Mescolate con la frusta il burro e lo zucchero fino a montare il burro, dovrà essere un impasto chiaro e spumoso. Aggiungete il sale, l'uovo e piano piano la farina setacciata, il lievito e la vanillina.

Lasciate riposare l'impasto per 30 minuti e riscaldate il forno a 180°.


Come usare lo sparabiscotti:


  • l'impasto deve essere piuttosto morbido;
  • usate solo teglie antiaderenti che non andranno né imburrate, né infarinate, né foderate con carta forno, sennò l'impasto non si staccherà dalla macchinetta sparabiscotti;
  • in caso contrario, vanno bene i tappetini di silicone;
  • scegliete il disco che preferite prima di riempire lo sparabiscotti;
  • poggiate lo sparabiscotti direttamente sulla teglia e pigiate la manopola con un colpo secco e sollevate;


    Infornate per 15 minuti e lasciateli raffreddare prima di toglierli dalla teglia.


Buona serata!
Con affetto,



5.2.12

Io...romantica




Romantica come un'innamorata che vede Amore in ogni dove...E poi...cucina e amore...che gran binomio!
Ci sono tutti gli ingredienti per concepire la poesia del secolo!
Certo...non è il mio intento ( troppa grazia...). Mi limito ad analizzare le similitudini; la "passione".
Parola ambigua..."passione"...talmente ambigua da scaldare animo e cuore. 
La passione è il "ricettacolo"; al suo interno si amalgamano tutti gli ingredienti; c'è la sinergia, la complicità, l'attrazione e...(eccola la parola magica...) l'affinità.
L'affinità che ci tiene uniti, indivisibili: due ingredienti diversi nati per essere fusi assieme...



come la panna e le fragole.
Eccoci di nuovo con un'altra ricetta per San Valentino.
Una tortina talmente soffice, che vi riempirà di coccole con un solo morso.
E succede come agli esseri umani...non sempre si vede il cuore tenero...perché è nascosto...ma la maggior parte delle volte c'è! 


Tortine alla panna e fragole


Ingredienti (12 tortine):



200 ml di panna da montare 
100 g di zucchero semolato
2 uova
150 g di farina 00 molino chiavazza
1 cucchiaino di lievito
12 cucchiaini di marmellata di fragole
fragole secche (a scelta)
zucchero a velo (per la copertura alla panna)




In una ciotola capiente mescolate le uova con lo zucchero con una frusta a mano, aggiungete la farina un po' alla volta, 125 g di panna (non montata), il lievito e le fragole secche se le avete.
Foderate la teglia da muffin con i pirottini di carta e inserite un cucchiaio e mezzo di impasto in ogni pirottino.
Una volta riempiti i pirottini, posizionate in superficie un cucchiaino di marmellata di fragole in modo da creare due piccoli dossi in superficie, in modo che poi la marmellata sprofondando con la cottura dovrebbe assumere la forma a cuoricino.
Infornate a forno già caldo per 20 minuti o poco meno a 180°.
Una volta freddi (se riuscite a non mangiarli tutti prima) ricopriteli con la panna restante che avrete montato con qualche cucchiaino di zucchero a velo.






Potete prepararli per la colazione il giorno di San Valentino, penso siano perfetti!
Buona domenica innevata!
Un abbraccio.


P.S. ringrazio le due ragazze che mi hanno regalato un premio...per sapere 7 cose su di me potete dare un occhiata qui ;)